Voluto da Cesare per oscurare la fama del vicino Teatro di Pompeo dell’acerrimo rivale, il Teatro di Marcello è oggi l’unico sopravvissuto dei tre teatri stabili antichi di Roma e si appresta ora a essere dato in concessione a privati, insieme a tutta l’area monumentale che lo ricomprende. A stabilirlo è una delibera di giunta del 7 marzo scorso, con relativo bando, finalizzata «a promuovere la valorizzazione dell’area, al momento non adeguatamente fruibile».
Il perimetro comprende non solo il Teatro di Marcello, completato da Augusto e inaugurato nel 13 a.C. in onore del nipote Marco Claudio Marcello, ma anche il Portico d’Ottavia, i Templi di Apollo Sosiano, di Bellona e il relativo portico. E, ancora, l’ex Albergo della Catena, locanda medievale costruita nel XIII secolo a ridosso delle rovine del tempio di Apollo, l’area di scavo di Monte Savello, oggi non accessibile (in cui spicca una base in marmo bianco ben conservata, scolpita con scene ispirate al mito di Ercole) e l’area archeologica sotto la chiesa di Santa Rita, di competenza della sovrintendenza.
Il progetto non è nuovo: già nell’autunno del 2011 la sovrintendenza capitolina aveva pubblicato un avviso per “manifestazione d’interesse” a partecipare alla gara per la gestione dell’area archeologica a fronte di interventi di valorizzazione. Fra le candidature ricevute spiccava quella del Fai, il Fondo Ambiente Italiano presieduto dall’archeologo Andrea Carandini.
Chi si aggiudicherà la gara pubblica e avrà in concessione dalla sovrintendenza capitolina l’intero complesso per vent’anni, dovrà provvedere a trasformarlo in un sito monumentale con accesso a pagamento, realizzando tutti i lavori di allestimento necessari (per un importo stimato di circa 2 milioni di euro) e dovrà occuparsi della valorizzazione e della manutenzione del sito. A partire dal secondo anno di apertura al pubblico dell’area, dovrà versare al Comune il 30 per cento dei ricavi derivanti dai biglietti e dalle visite private e il 9 per cento di quelli di mostre, eventi e manifestazioni culturali.
Nell’area trasformata in uno spazio polifunzionale, corredato da bookshop e bar-caffetteria, dovranno infatti essere allestite esposizioni permanenti e temporanee: il concessionario potrà anche richiedere in deposito temporaneo una raccolta di reperti archeologici attualmente non esposti al pubblico e provenienti dagli scavi del Teatro Marcello. L’offerta culturale, oltre alle visite guidate, alle mostre e agli eventi, dovrà includere anche servizi didattici destinati a scuole e università. Il concessionario dovrà anche mettere l’area a disposizione della Sovrintendenza gratuitamente, per particolari manifestazioni culturali, per 12 giorni all’anno. Il ricavo complessivo stimato della concessione ammonta a circa 16 milioni di euro, di cui circa 4milioni a favore dell’amministrazione comunale.
Fonte [roma.repubblica.it]